“Vitamina C e cancro: è utile la vitamina C orale? –

Vitamina C e cancro: dosi orali o somministrazione endovenosa?
Stabilire il ruolo della vitamina C nel cancro è un’impresa impegnativa per la ricerca scientifica. La farmacocinetica della vitamina C è complicata: a doppia fase, con una breve emivita per dosi elevate e una lunga emivita per assunzioni inferiori. La ricerca medica e nutrizionale hanno totalmente ignorato questo, frutto della tolleranza intestinale variabile e quindi l’assorbimento dinamico della vitamina C a seconda delle necessità (malattia, stress, esercizio fisico etc). Il paradigma di ricerca “vitamina C come chemioterapia” è semplicistico e fuorviante. I risultati clinici sorprendenti di Cameron, Pauling, Murata e Morishige e Hoffer erano il risultato dell’uso della somministrazione orale e EV. La maggior parte della vitamina C è stata somministrata per via orale, non per via endovenosa. Cameron sottolineò che i livelli plasmatici dovevano essere mantenuti costanti e mise in guardia contro le fluttuazioni, inevitabili con le sole infusioni EV. Il paradigma di ricerca “vitamina C come chemioterapia” è semplicistico e fuorviante. I risultati clinici ottenuti con l’uso di ascorbato per via endovenosa come chemioterapia non hanno mantenuto le promesse dei primi studi e i dati sperimentali non supportano l’ipotesi che un breve impulso brusco di vitamina C sia più efficace di un’esposizione prolungata a livelli inferiori. Estendere il tempo di esposizione compensa ampiamente la riduzione della concentrazione. Le concentrazioni richieste per essere citotossiche per periodi più lunghi sono molto più basse. L’assunzione orale, in particolare con l’uso combinato di acido ascorbico e vitamina C liposomiale, può facilmente raggiungere e mantenere livelli adeguati per la citotossicità selettiva. Infine, l’uso della vitamina C come unico agente antitumorale non è raccomandato, poiché è noto che le sue azioni antitumorali sono notevolmente migliorate tramite l’uso di integratori sinergici.

Traduzione articolo

Codice: ASC011
Autore: Hickey e Roberts
Data: 2013
Rivista: Journal of Orthomolecular Medicine 28(1), 33-44
Argomento: vitamina c
Accesso libero: si
DOI: n/a
URL: https://isom.ca/article/vitamin-c-cancer-use-oral-vitamin-c/
BLOG: https://www.metododibellaevidenzescientifiche.com/2024/12/01/asc011-hickey-e-roberts-2013/
Parole chiave: ascorbato, vitamina C, citotossicità selettiva, tolleranza intestinale
Tumore: n/a
Traduzione: totale e fedele
Punti di interesse:
Biologia del cancro e vitamina C. Il cancro è spesso frainteso come una malattia basata su mutazioni genetiche. Pertanto, la moderna ricerca sul cancro spesso tenta di trovare il gene, o i geni, che portano alla malattia. Tuttavia, le differenze genetiche tra cellule sane e cellule tumorali sono enormi. Un tumore non è una moltiplicazione clonale di un singolo tipo di cellula, ma un ecosistema diversificato. Gestire la variabilità naturale del cancro e la sua conseguente capacità di adattarsi alla tossicità e sviluppo di resistenza è la vera sfida. Alcune sostanze naturali hanno potenti proprietà antitumorali. Interessante è la vitamina C che è l’archetipo dei trattamenti anticancro, in quanto agisce in modo sicuro come antiossidante nei tessuti sani e come ossidante nei tumori. La vitamina C può essere somministrata in dosi massicce con un alto grado di sicurezza.
Livelli plasmatici, tempi di somministrazione e tossicità su linee cellulari. La tossicità di somministrazioni di breve durata è rilevante per il modello “vitamina C come chemioterapia” che presuppone la somministrazione di una scarica di ascorbato relativamente breve e alta. Questa tipologia di somministrazione ha la sua motivazione in esperimenti su linee cellulare tumorali trattate con vitamina C per circa un’ora, nei quali si è visto che le cellule tumorali iniziano a morire a livelli relativamente bassi di ascorbato e la morte cellulare è approssimativamente completa con un’esposizione di un’ora a una concentrazione di 1.000 μM/L.
Cosa succede su linee cellulari tumorali quando il trattamento con ascorbato è mantenuto per un periodo di tempo prolungato? I dati mostrano un grande aumento della tossicità del cancro quando il tempo di esposizione sperimentale è stato aumentato da 1 ora a 24 ore. In alcuni casi, un’esposizione prolungata alla vitamina C a una concentrazione di 100 μM/L, un livello facilmente sostenuto con l’integrazione orale, si è rivelata più efficace di una breve esposizione al livello molto più elevato di 1.000 μM/L.
Studi clinici.
Cameron e Pauling, Murata e Morishige condussero studi clinici sull’uso della vitamina C in pazienti terminali ottenendo risultati positivi con protocolli che includevano dosi orali e dosi endovena (EV). Cameron sottolineò l’importanza del dosaggio orale multiplo per mantenere i livelli plasmatici costanti e mise in guardia contro le iniezioni intermittenti, che avrebbero dato livelli plasmatici intermittenti. Hoffer e Pauling replicarono gli studi di Camerun utilizzando vitamina C orale in pazienti oncologici ottenendo risultati positivi simili. Altri studi invece non mostrarono effetti benefici. Nel 1985, Creagan e Moertel della Mayo Clinic sostenendo di aver replicato lo studio di Cameron e Pauling. somministrando 10 g al giorno di vitamina C per via orale conclusero di non aver evidenziato alcun beneficio. Nel tentativo di spiegare questi risultati contrastanti, alcuni ricercatori suggerirono che gli studi con risultati positivi avevano utilizzato ascorbato EV, mentre gli studi senza risultati positivi erano quelli che avevano utilizzato assunzioni orali Questo ha portato alla conclusione errata che con l’assunzione orale non si possano raggiungere i livelli plasmatici citotossici necessari per uccidere le cellule cancerose, mentre con ascorbato somministrato EV sì. Questa interpretazione è un errore, e in realtà gli studi della Mayo Clinic dimostrano solo la mancata comprensione della farmacocinetica e della breve emivita della vitamina C. L’affermazione che le dosi orali di vitamina C sono inefficaci non è coerente con i dati di diversi studi clinici.
Farmacocinetica della vitamina c: tolleranza intestinale variabile e flusso dinamico.
Le dosi orali di vitamina C hanno un singolo effetto collaterale accertato: feci molli (diarrea). Il defunto Dr. Robert Cathcart ha descritto come la tolleranza alle dosi orali varia a seconda dello stato di salute dell’individuo. Nelle persone sane, all’aumentare della dose di vitamina C, ne viene progressivamente assorbita meno. La concentrazione di vitamina C si accumula nell’intestino, attirando acqua. A un certo punto, di solito dopo aver assunto diversi grammi in una singola dose, la vitamina C non assorbita provoca diarrea. Cathcart notò che gli individui malati o stressati potevano assumere dosi eccezionalmente elevate, senza raggiungere il loro livello di tolleranza intestinale. Questo effetto di tolleranza intestinale è ampio ed evidente e facilmente riproducibile. Quando nella dieta e nell’intestino è disponibile vitamina C “in eccesso” si genera un flusso dinamico attraverso il corpo. In stato di buona salute, una parte viene assorbita e il resto viene escreto. In malattia, il corpo ne assorbe di più dall’intestino, per soddisfare le maggiori esigenze tissutali di antiossidanti. Il risultato è un flusso di vitamina C attraverso il corpo; assorbita nel sangue, agisce come antiossidante (o ossidante) nei tessuti, dopodiché l’ascorbato esausto viene escreto nelle urine. L’argomento spesso citato delle “urina costosa” contro dosi elevate di vitamina C va reinterpretato come un aspetto essenziale e benefico della sua funzione biologica, e la sua farmacocinetica.
Livelli plasmatici del sangue: somministrazione orale e EV a confronto.
Con l’assunzione tramite EV, il livello iniziale di ascorbato nel sangue è determinato dalla dose. Anche una piccola dose di livello di grammo può produrre livelli plasmatici immediati nell’intervallo di millimoli. Tuttavia, il livello plasmatico diminuisce rapidamente, con un’emivita dell’ascorbato di 0,5 ore. Il livello plasmatico di 60-70 μM/L è un livello critico: al di sotto di questo livello, la vitamina è conservata e l’escrezione è lenta, con un’emivita misurata in giorni o settimane, in individui sani. Questa conservazione dell’ascorbato protegge dallo scorbuto acuto e, quindi, il livello di di 60-70 μM/L può essere considerato il livello minimo per la salute a breve termine. In un adulto sano, 200 mg/giorno per bocca possono preservare questo livello di base. Tuttavia, tale assunzione presuppone un’irrealistica assenza di malattia o stress, che può rapidamente esaurire i livelli plasmatici. Quando le persone sane assumono alte dosi di vitamina C per via orale, l’assorbimento è incompleto e graduale, riflettendo un equilibrio tra escrezione e assorbimento. I livelli plasmatici aumentano nel giro di un’ora o due, fino a un livello di circa 250 μM/L, quindi decadono gradualmente, tornando al livello di base dopo circa sei ore. Utilizzando dosi orali ripetute, i dati indicano che un’assunzione di 20g al giorno (20.000 mg/giorno in dosi divise) può mantenere i livelli plasmatici a circa 250 μM/L. Inoltre le persone malate con tolleranza intestinale notevolmente aumentata possono consumare fino a 200-300 g/giorno senza diarrea, riflettendo una capacità di assorbimento variabile e non costante.
Vitamina C liposomiale.
La disponibilità di vitamina C liposomiale ha aumentato i livelli plasmatici raggiungibili con dosi orali. I risultati preliminari hanno indicato che una singola dose orale elevata di liposomi potrebbe aumentare i livelli plasmatici di ascorbato libero fino a un massimo di almeno 400 μM/L. I liposomi e l’acido ascorbico orale standard vengono assorbiti da meccanismi indipendenti e una combinazione di entrambi può produrre livelli plasmatici di molecole libere a >800 μM/L. Tali livelli plasmatici possono essere mantenuti indefinitamente utilizzando dosi orali.
Considerazioni conclusive.
Stabilire il ruolo della vitamina C nel cancro è un’impresa di ricerca scientifica impegnativa. La farmacocinetica della vitamina C è complicata: a doppia fase, con una breve emivita per dosi elevate e una lunga emivita per assunzioni inferiori. La ricerca medica e nutrizionale hanno totalmente ignorato la tolleranza intestinale variabile e quindi l’assorbimento dinamico della vitamina C a seconda delle necessità (malattia, stress, esercizio fisico etc). Il paradigma di ricerca “vitamina C come chemioterapia” è semplicistico e fuorviante. I risultati clinici sorprendenti di Cameron, Pauling, Murata e Morishige e Hoffer erano il risultato dell’uso della somministrazione orale e EV. La maggior parte della vitamina C è stata somministrata per via orale, non EV. Cameron sottolineò che i livelli plasmatici dovevano essere mantenuti costanti e mise in guardia contro le fluttuazioni, inevitabili con le sole infusioni EV. I risultati clinici ottenuti con l’uso di ascorbato per via endovenosa come chemioterapia non hanno mantenuto le promesse dei primi studi e i dati sperimentali non supportano l’ipotesi che un breve impulso brusco di vitamina C sia più efficace di un’esposizione prolungata a livelli inferiori. Estendere il tempo di esposizione compensa ampiamente una riduzione della concentrazione. Le concentrazioni richieste per essere citotossiche per periodi più lunghi sono molto più basse. L’assunzione orale, in particolare con l’uso combinato di acido ascorbico e vitamina C liposomiale, può facilmente raggiungere e mantenere livelli adeguati per la citotossicità selettiva. Infine, l’uso della vitamina C come unico agente antitumorale non è raccomandato, poiché è noto che le sue azioni antitumorali sono notevolmente migliorate tramite l’uso di integratori sinergici.


File pdf della traduzione di ASC011 Hickey e Roberts (2013) “Vitamina C e cancro: è utile la vitamina C orale – Vitamin C and Cancer: Is There A Use For Oral Vitamin C??” Journal of Orthomolecular Medicine 28(1), 33-44

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