Riflessioni personali su MUT008 Kato et al. (2022) “La formazione di tunnel di nanotubi promuove la sopravvivenza contro il 5-fluorouracile nelle cellule di cancro al seno MCF-7”. Federation of European Biochemical Societies (FEBS) 12(1): 203–210.
La formazione di tunnel di nanotubi (TNT) è una via estremamente diretta che le cellule usano per comunicare, per scambiarsi segnali, sostanze, molecole tossiche, organelli, materiale genetico etc, soprattutto quando sono sottoposte a stress.
In questo studio in vitro, è stato dimostrato che vari trattamenti chemioterapici inducono la formazione di tunnel di nanotubi in colonie cellulari di cancro al seno, anche se in modo diverso. In particolare lo studio ha dimostrato che il 5-fluorouracile (5-FU), un agente chemioterapico ampiamente utilizzato nel trattamento di un’ampia gamma di tumori tra cui tumori della mammella, del colon-retto, dello stomaco e del pancreas, era particolarmente efficace nell’indurre la formazione di TNT.
I risultati sono:
- 1) Il trattamento con 5-FU induce la formazione di TNT nelle cellule MCF-7
- 2) La formazione di TNT migliora la sopravvivenza delle cellule MCF-7 contro il trattamento con 5-FU
- 3) Vari trattamenti chemioterapici inducono la formazione di TNT in cellule MCF-7
Il 5-FU è inizialmente molto efficace nel trattamento del carcinoma mammario metastatico, ma perde efficacia nel tempo poiché le cellule tumorali sviluppano resistenza. Il trattamento con 5-FU per le cellule tumorali rappresenta un fattore di stress significativo per le cellule tumorali e induce carenza di timidina, necessaria per la sintesi del DNA, uno stato simile alla deprivazione nutrizionale, che è noto per aumentare la formazione di TNT. Nelle cellule MCF-7, la formazione di TNT potrebbe aiutare nella sopravvivenza attraverso la ridistribuzione del 5-FU, il trasferimento dei mitocondri o il trasferimento di molecole come la timidina o l’enzima coinvolto nella sua produzione.
Trattamenti tossici fanno peggiorare la malattia, rendendola resistente e aggravandola. Un trattamento farmacologico, se fa peggiorare la malattia dovrebbe essere abbandonato. Oggi invece viene mantenuto, e tutti gli effetti che generano il peggioramento della malattia (resistenza) o lo sviluppo di altre, diventano oggetto di nuova ricerca scientifica e soprattutto sono nuovi target terapeutici. Senza contare che i nuovi trattamenti per i nuovi target terapeutici saranno loro stessi tossici, e quindi indurranno resistenza. A trattamento monoterapico se ne succede un altro. Ad uno sviluppo di resistenza, ne succede un altro. Un susseguirsi di spinte per il tumore a deviare dalla normalità in modo sempre più efficace, attraverso molteplici e inesauribili vie di fuga che l’evoluzione, dai batteri ad oggi, ha sapientemente creato. Uno schema che si ripete, paziente dopo paziente. Un gatto che si mangia la coda, all’infinito e fino alla morte del paziente. La manna di profitto intorno ai trattamenti farmacologici tossici inappropriati non deve finire, ma deve continuare a generare altra manna, altra malattia, altra resistenza. Alla fine questo porta solo al peggioramento e al decesso del paziente. Ma intanto, in tanti, l’oncologia e tutto il suo indotto (ricerca, industria farmaceutica, chirurgia, diagnostica, centri sanitari etc), ci hanno guadagnato sopra.
Oggi tutta la medicina chimica, non solo quella nel campo oncologico, funziona così. Il business è nella malattia. Non nella salute e né tantomeno nella guarigione.
Alla fine, l’unico che ha il potere di porre fino a questo gatto che si mangia la coda, è solo il paziente, rivolgendosi verso altre cure, altri approcci terapeutici. Finché il paziente si sottopone al susseguirsi di trattamenti monoterapici tossici, tutto il circo continua a girare. Morto un paziente, avanti un altro.
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